Costruire per affittare. Il ‘nuovo’ concetto di sviluppo immobiliare “Build to rent” si fa strada anche in Europa e in Italia. Nel nostro Paese nel 2022 gli investimenti Btr hanno raggiunto gli 850 milioni di euro (dati Cbre). Di fatto si tratta di un approccio innovativo all’utilizzo degli asset immobiliari: i costruttori e progettisti non realizzano (o ristrutturano) i complessi di case e appartamenti per la vendita ma con lo scopo di affittare fin da subito. E organizzano le metrature per avere un numero elevato di unità abitative da mettere in affitto. Chi ci investe continua ad avere profitti nel tempo grazie al pagamento di un unico canone di affitto da parte del gestore dell’asset. Ad esempio nel caso di un condominio di nuova costruzione, acquistato in blocco da investitori istituzionali, gli affitti saranno gestiti da un unico soggetto. Il vantaggio sta poi nei rendimenti core che si aggirano intorno al 4% (dati Cbre).
Le difficoltà
In Italia però, nonostante la crescita rapida del fenomeno, a frenare gli investimenti è soprattutto la mancanza di immobili adatti al Btr. Sono infatti pochi quelli indipendenti e molto spesso si tratta di vecchi immobili da ristrutturare. Il risultato è un mercato di nicchia quasi elitario se si guarda ai costi. Dal lato dei consumatori infatti il Btr interessa oggi cittadini con redditi di fascia alta anche perché insieme all’appartamento in affitto agli inquilini vengono garantiti servizi attrattivi d’eccellenza: palestra, coworking, spazi ricreativi. L’idea è creare una sorta di community nel complesso residenziale ed evitare il più possibile lo sfitto.
Dove si investe: Milano e Roma
Il nuovo trend interessa le grandi città con in testa Milano per l’Italia. Nella città meneghina ad esempio recentemente Barings Real estate, gestore globale di investimenti immobiliari diversificati, ha acquistato un complesso residenziale nel quartiere Bovisa per conto del fondo Barings Real Estate European Value-Add Fund II . L’asset sarà ristrutturato e verranno creati più appartamenti . Così come ha fatto G Rent Spa, che opera con il marchio Gabetti Short Rent con la linea di business “Build to rent”. La società ha siglato un accordo con Immobiliare Stilicone 15 Srl per la gestione di un complesso nella zona del Cimitero Monumentale. Per farsi un’idea dei prezzi prenotando sul sito oggi un bilocale di 69 mq interni e 60 mq di terrazzo, per un mese si spendono oltre 4. 500 euro. Che salgono a 4700 con le pulizie incluse.
Sperimentazioni anche a Roma. Qui in via Niccodemi 21, è in costruzione un complesso da 225 unità abitative dopo l’investimento in joint venture tra Incus Capital, società di investimento con base a Madrid, e IGS. Dice Vincenzo Zubbo, Head of Business Development di Colliers Italia che ha agito cme advisor:«Il residenziale si è dimostrato resiliente come asset class dopo la pandemia e ora apre le porte a fenomeni piuttosto nuovi per l’Italia, come il Build To Rent. Una scelta vincente, purché si trovino zone in grado di offrire alta qualità e, al contempo, un capital value adeguato alla remunerazione degli investitori. Proprio a Roma abbiamo visto le condizioni ideali per trasformare questa opportunità in una soluzione win-win per tutti gli attori dell’operazione. Abbiamo supportato ognuno di loro come advisor e alla fine siamo riusciti a portare un fondo a capitali internazionali a fare da apripista per il BTR della Capitale”.
di Diana Cavalcoli
Fonte – www.corriere.it