Secondo Savills il 43% degli investimenti nel segmento living in Italia nel 2022 si è focalizzato sul multifamily. Insieme a studentati, co-living e senior housing rappresentano le diverse declinazioni del mercato dell’abitare. Se ne è discusso in un evento organizzato da Dla Piper. Ma saranno centrali il tema dell’affordability e dei costi di costruzione
Studentati e multifamily, co-living e interazioni con il settore dell’healthcare: sempre più diversificazione nel mercato dell’abitare. E sulla base di un’analisi proposta da Savills, il 43% degli investimenti nel segmento living in Italia nel 2022 si è focalizzato proprio sul multifamily. Gli studentati, invece, rappresentano un investimento di interesse per i player del settore, tenuto conto di una domanda sempre in crescita e della necessità di avere un prodotto che risponda alle esigenze e richieste del mercato anche in considerazione dei finanziamenti del Pnrr.
«Emerge l’esigenza fondamentale di monitorare e – ove possibile – anticipare l’ìevoluzione delle aspettative e dei comportamenti degli utenti del mercato residenziale per rispondere in modo adeguato alla domanda» ha spiegato Elena Generini, partner di Dla Piper a margine di un’iniziativa promossa da Dla Piper dedicata proprio a “Real Estate in Evolution: “The challenges and opportunities of investing in the Living segment”.
La casa non solo come prodotto-finanziario
«Il tema affordability – commenta Generini – richiede un ruolo attivo da parte di pubblico e privato e un dialogo costante che consenta di realizzare progetti con un forte impatto sociale a beneficio della comunità. Investitori, amministrazioni locali e banche dovranno avere una prospettiva che consenta di rendere il mercato residenziale accessibile, ma anche inclusivo. Le chiavi di lettura saranno quindi la flessibilità, la sostenibilità (anche con riferimento a materiali), la rigenerazione tenuto conto del patrimonio immobiliare esistente che dovrà essere ripensato e valorizzato anche in ottica Esg».
La questione dell’ “affordability” sarà quindi un driver per i player del mercato anche nell’ambito delle stesse politiche di implementazione di questi parametri, «tuttavia occorre tenere presente che i costi di costruzione – commenta la partner Dla Piper – e in particolare quello dei materiali ha subito un rilevante incremento (circa il 7% negli ultimi 12 mesi, sulla base dell’analisi fornita da Savills)». Dla Piper, dal proprio osservatorio, accende un faro sull’healthcare, che «rappresenta una asset class su cui c’è ampio spazio di crescita specie in Italia e necessità di strutture nuove e funzionali. Ciò anche tenuto conto che in prospettiva, ci attendiamo una crescita rilevante dei potenziali utenti over 65 (vedi analisi fatta da Savills che indica in aumento del 17% della popolazione over 65 in Italia dal 2022 al 2032».
Quali i modelli?
I player del settore citano il build to rent, ma ci sarà un crescente interesse su short rent e serviced apartments. «Dal punto di vista normativo – commenta Generini – sarebbe opportuno avere una regolamentazione chiara e semplice dei profili regolamentari, urbanistici e anche civilistici. In particolare, con riferimento ai profili regolamentari occorrerà fare una analisi case by case sulla base delle caratteristiche del progetto, nonché della tipologia dei servizi offerti e della corrispondente normativa locale applicabile, al fine di verificare l’idoneità degli spazi individuati rispetto all’asset class e ai servizi offerti». Dal punto di vista civilistico, si auspica un framework normativo «che disciplini in modo chiaro e sufficientemente flessibile gli affitti brevi, per contemperare le esigenze di tutela degli utenti, rispetto alla necessità di consentire agli operatori e agli investitori un’adeguata chiarezza delle previsioni normative applicabili. Sempre con l’auspicio di un’adeguata flessibilità».
Se con il Pnrr (ed in particolare con il Pinqua, la questione dell’abitare si è estesa a quella delle infrastrutture sociali) inevitabile collegare il tema del residenziale agli obiettivi Esg, andando ben oltre la “e”. Gli aspetti “social” assumono diverse declinazioni che vanno dal “social value and impact” al “health and wellbeing”. «Il benessere fisico e mentale non è più uno stato ottimale di partenza da preservare (o recuperare), ma il segmento residenziale deve essere ripensato in un contesto in cui siano valorizzati: tempo libero, apprendimento, relazioni sociali, cultura e interessi». Elena Generini commenta il tema dicendo che «se volessimo dare un outlook sul segmento residenziale, non solo gli investitori sono chiamati ad essere “coraggiosi”, ma anche le autorità locali dovranno cogliere l’opportunità per attrarre investitori allineati sugli obiettivi, garantendo regolamentazione chiara e tempi certi».
Fonte – ilsole24ore.com