Il sindaco Roberto Gualteri e l’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia hanno fatto il punto di metà mandato: «per colmare il gap con le città internazionali, servono 100 miliardi di investimenti pubblici e privati nei prossimi anni e 70mila case»

Una trasformazione che interpreta le grandi sfide del mondo contemporaneo. A partire dall’innalzamento delle temperature (citando il caso del neosindaco di Atene, che avrebbe vinto le elezioni promettendo di ridurre di cinque gradi la temperatura in città, in cinque anni). Roberto Gualtieri, sindaco di Roma partecipa al racconto di metà mandato della sua giunta, sottolineando la centralità dell’urbanistica nell’agenda politica. La sfida dichiarata dal Campidoglio è quella di mettersi al pari con le altre città internazionali. «Ripartire subito – dice Gualteri – e aprire quanti più cantieri possibili, senza dimenticare programmazione e visione». E ricorda in questo senso il lavoro di studio e analisi affidato al “Laboratorio 050” guidato da Stefano Boeri.

Gli investimenti

«Se Roma vuole colmare il gap abitativo, quello infrastrutturale e della mobilità, il gap di neutralità carbonica – dice Gualtieri all’evento promosso dall’assessorato all’Urbanistica – servono 100 miliardi di investimenti pubblici e privati nei prossimi anni. Bisogna fare 70mila case e soprattutto serve collaborare in un quadro di rigenerazione urbana che sappia rigenerare anche i rapporti sociali della città. Politiche della casa, dello sport, culturali devono rientrare in questa riflessione. La parte pubblica rimane abilitante per evitare uno sviluppo disordinato. «Decisivi saranno gli investimenti privati», come annunciato nei mesi scorsi anche al Mipim di Cannes.
L’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia entra nel merito del bilancio di metà mandato: un bilancio fatto di cantieri. Dai render alle foto, da Tor Bella Monaca a Corviale, al Santa Maria della Pietà «costruendo dentro l’ex ospedale psichiatrico la più grande città pubblica europea dedicato alla salute e al benessere». Rigenerazione all’ex scuola di Cardinal Capranica o nell’ex caserma di Porto Fluviale, «riqualificando quartieri e affrontando il tema dell’edilizia economica e popolare al contempo». Progetti per circa 280 milioni di euro che oggi sono cantieri.
Tante le iniziative che raccontano una Roma della normalità, con servizi che funzionano, manutenzioni, decoro: azioni che potrebbero non fare notizia se fossero scontato. A cui si aggiungono progetti più ambiziosi. «Mentre portiamo l’acqua potabile a OSA – dice Veloccia – progettiamo il Museo della Scienza (con gara per i lavori che partirà entro il 2025) o finanziamo il Parco delle dune a Ostia (investimento complessivo di 45 milioni) o il nuovo Rome Technopole a Pietralata o il nuovo Progetto dei Fori Imperiali».
Nel lungo elenco di progetti citati da Veloccia ci sono il Residence Bravetta, la ex Fiera di Roma «di cui tra pochi giorni annunceremo il vincitore della progettazione», l’ex Alitalia, via del Crocifisso accanto alla Stazione S.Pietro, Centro Servizi Prenestino, Piazza Navigatori e il cosiddetto Bidet, l’ampliamento del Campus Biomedico nel quadrante di Trigoria , lo sviluppo del Tecnopolo Tiburtino, «Ognuno di questi interventi – dice l’assessore – supera i 100, talvolta 2-300 milioni di euro. Non solo dunque hotellery nei palazzi del centro storico, che pure danno risposta a dei paradossi come l’avere un Palazzo Storico a Piazza S.Silvestro chiuso da dieci anni o lo Stadio della Roma, su cui il Comune ha svolto tutto in tempi da record ed ora attende con fiducia il progetto definitivo per poterlo autorizzare».

Cultura e regole, con il supporto della macchina amministrativa

Il bilancio di Veloccia non ha solo a che fare con il racconto della trasformazione fisica del territorio, ma con un cambio di passo che a inizio mandato scattava una fotografia con problemi gestionali e penuria di personale, spiegato dai numeri: «dai 10 ai 18 mesi per ricevere copia di un progetto edilizio; da 18 mesi a 4 anni per una pratica di affrancazione; l’ufficio dei condoni era fisicamente chiuso; erano aboliti i ricevimenti al pubblico; c’erano contenziosi esplosivi, la maggior parte per silenzi inadempimenti dell’Amministrazione».
Oggi? Dalla parole di Veloccia «l’accesso a un progetto edilizio si ottiene nei tempi di legge; chi deve vendere un appartamento in un Piano di zona lo può fare per tempo; oggi è possibile affrancare una casa. Oggi abbiamo nuovi sistemi informativi, abbiamo digitalizzato e dematerializzato gli archivi con circa 10 milioni di investimenti».

Il racconto di Roma che cambia, con tanto lavoro ancora da imbastire e strutturare, ha a che fare anche con le regole. «In questi giorni – aggiunge l’assessore – è stata incardinata in aula la delibera di aggiornamento della Carta per la Qualità del PRG, un aggiornamento che mancava da 15 anni. Quella Carta è uno strumento prezioso per governare le trasformazioni e tutelare l’unicità di Roma ma era cristallizzata da 15 anni. Con questo aggiornamento eliminiamo immobili abbandonati, occupati, degradati, inservibili. Un incentivo alla rigenerazione urbana e al tempo stesso, inseriamo tanti immobili che non avevano alcun elemento di tutela: oltre 230 villini». Oltre all’aggiornamento della Carta per la Qualità anche quello in itinere per le Norme Tecniche del Piano Regolatore. «Difficile, complesso, che ha aperto una profonda discussione anche nella città. Una proposta che – sotto la lente dell’assessorato competente – rende maggiormente flessibili le destinazioni, facilita il recupero urbano, inserisce incentivi per far partire i piani di recupero delle periferie, quei 200 piani di cui non ne è partito alcuno, agevola le modalità di acquisizione delle aree pubbliche a verde e servizi, affronta temi in ambito agricolo, nell’ambito degli impianti sportivi, inserisce i principi della rigenerazione al posto del consumo di suolo». Riforma che deve essere portata in aula (auspicabilmente entro l’estate), dopo aver recepito emendamenti ad esempio in merito all’inserimento di studentati in città, o affrontando più specificatamente il tema dell’edilizia sociale.

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