L’Ue bacchetta l’Italia sui ritardi per rendere gli edifici più sostenibili, come previsto dalla direttiva «Case green», invisa al governo. «È importante aumentare il tasso e la qualità della ristrutturazione degli edifici, in particolare di quelli con le performance energetiche peggiori», scrive Bruxelles nel Rapporto sullo stato dell’Unione dell’energia. Dove emerge che il nostro Paese è leader nelle tecnologie pulite, con più di un quinto dei pannelli foto-voltaici degli edifici Ue, ma le rinnovabili rappresentano «solo il 21% del consumo energetico finale lordo».

Il 4,1% degli italiani nel 2023 ha avuto difficoltà a pagare le bollette

Il Rapporto segnala, inoltre, che «nel 2023 il 4,1% degli italiani ha avuto difficoltà a pagare le bollette e il 9,5% non poteva mantenere la casa calda in inverno». E ricorda che entro giugno 2025 bisogna presentare il piano nazionale per accedere al Fondo sociale per il clima da 86,7 miliardi su interventi ristrutturazione degli alloggi sociali o sostegni al reddito (per l’Italia fino a 7,8 miliardi).

Nel report di Palazzo Berlaymont si segnala anche che l’80% del consumo energetico finale degli edifici in Italia è rappresentato da riscaldamento e raffreddamento, con le rinnovabili che forniscono appena il 21% del consumo energetico finale lordo. Nel 2023 sono state vendute nel Paese circa 378mila pompe di calore: il 26% in meno dell’anno prima, per uno stock finale di 4,1 milioni di termopompe installate.

Le rinnovabili in Italia segnano il passo

Il report segnala inoltre che l’Italia deve «aumentare il tasso e l’intensità della ristrutturazione degli edifici, in particolare quelli con le prestazioni peggiori». Le rinnovabili segnano il passo, l’istallazione di pompe di calore è in calo mentre salgono i costi sociali di una transizione a rilento. Intanto sulle misure ambientali interviene anche la Corte dei Conti europea per segnalare come il contributo «green» dei Piani di ripresa e resilienza nazionali dei diversi paesi sia inferiore a quanto dichiarato dalla Commissione europea.

Quanto all’azione sul clima del Recovery, una nuova relazione della Corte dei Conti Ue ha ricordato la valutazione della Commissione sul fatto che le misure a sostegno degli obiettivi climatici Ue al febbraio 2024 erano pari al 42,5% per 275 miliardi di euro. Secondo l’audit però tali contributi «potrebbero essere sovrastimati di almeno 34,5 miliardi di euro, oltre a presentare ulteriori problematiche». Ci sono «debolezze nei traguardi e obiettivi» delle azioni per il clima, nella rendicontazione delle spese effettivamente sostenute e nella compatibilità ambientale di alcuni progetti etichettati come «verdi».

Fonte: Corriere.it