Nel residenziale, l’Agenzia delle entrate ha rilevato un +7% nel mese di aprile. Nel non residenziale le compravendite sono cresciute del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2023
Tra aprile e giugno 2024, il dato complessivo delle negoziazioni registra un +1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, i tassi di interesse sono in calo e cresce la quota acquisti di abitazioni con ricorso al mutuo. Segno positivo anche per le locazioni con contratto transitorio e agevolato per studenti. Questi sono i principali risultati del focus curato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare, e pubblicato nella sua nuova veste aggiornata sul sito dell’Agenzia delle entrate.
Si registrano 186 mila abitazioni compravendute, 2mila in più rispetto agli stessi mesi dello scorso anno. A incidere sul risultato complessivo del trimestre è l’incremento rilevato nel mese di aprile 2024, quando la variazione positiva era del 7%. La crescita è diffusa in tutte le aree del Paese; in particolare l’aumento è più marcato nelle aree del Nord e nel Centro del Paese, che rappresentano una fetta del 70% delle compravendite complessive nazionali.
+1,7% al Centro e al Nord Est
Nel dettaglio, al Centro e al Nord Est gli scambi crescono dell’1,7%, al Nord Ovest la variazione positiva è pari a 1,1% e al Sud e nelle Isole l’incremento rimane più contenuto, al di sotto dell’1%.
Si scelgono abitazioni di circa 106 mq in media nazionale ed è nel Nord Est che si comprano le abitazioni con metratura più grande, circa 114 mq.
I mercati dei comuni minori guidano la crescita
A guidare la crescita sono i mercati dei comuni minori che registrano un incremento dell’1,6%, ed è qui che si acquistano le abitazioni più grandi, in media di 109 mq; nelle grandi città capoluogo di provincia, invece, l’incremento si ferma allo 0,2% e si comprano case più piccole: le abitazioni acquistate nel trimestre sono in media di 98 mq.
Mutui
Il 41% degli acquisti di abitazioni è avvenuto avvalendosi di un mutuo, dato in aumento rispetto allo scorso trimestre. A ciò ha contributo la riduzione dei tassi di interesse medi iniziali, che nel periodo in esame si attestano al 3,7%, in calo di 28 punti base rispetto al precedente trimestre quando era 3,98%.
Compravendite, solo il 6,4% riguarda case di nuova costruzione
Sul totale degli scambi del trimestre, solo il 6,4% riguarda abitazioni di nuova costruzione; le compravendite del “nuovo” diminuiscono del 15% rispetto all’omologo trimestre 2023, quando si registrava una quota dell’8,1%. Le compravendite di abitazioni esistenti, al contrario, aumentano del 2,5%.
Prima casa
Ben il 71% degli acquisti effettuati in questo secondo trimestre del 2024 corrisponde a una prima casa per le famiglie italiane.
Locazioni
Per le locazioni si registrano segni differenti nei diversi segmenti di mercato.
Complessivamente le abitazioni locate in Italia tra aprile e giugno 2024 sono oltre 202 mila, in riduzione del 2,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La situazione è diversificata per i vari segmenti di mercato: diminuiscono le locazioni con contratto di lungo periodo, 5,5% in meno rispetto al secondo trimestre del 2023, valore che sfiora il -6% nei comuni ad alta tensione abitativa (a.t.a.); le locazioni con contratto a canone concordato diminuiscono dell’1%, quelle con contratti ordinari transitori, con durata cioè da 1 a 3 anni, crescono dell’1,3%.; le locazioni con canone agevolato per gli studenti registrano l’aumento più significativo, +4,5% per le abitazioni locate per intero e, se si considerano le abitazioni locate in porzione l’aumento raggiunge il 25,7%.
Il mercato immobiliare non residenziale
Nel secondo trimestre del 2024, il mercato immobiliare non residenziale in Italia ha confermato i segnali di ripresa già osservati verso la fine del 2023, con un aumento complessivo delle compravendite del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il settore terziario-commerciale
La crescita ha interessato diversi settori: il settore terziario-commerciale ha registrato un incremento del 3,4%, con oltre 36.000 Ntn (Nota metodologica – Compravendite immobiliari – Statistiche Omi agenziaentrate.gov.it), la maggior parte delle transazioni complessive. Particolarmente rilevante è stata la ripresa delle vendite di depositi commerciali e autorimesse, in rialzo di oltre il 3%, mentre i negozi hanno mostrato un aumento del 5,5%, diffuso su tutte le aree geografiche del Paese, con le variazioni più marcate nel Nord Est e nel Centro Italia. In termini di superfici scambiate (Stn), i negozi hanno rilevato un rialzo del 7,3 per cento.
Uffici
Nel segmento degli uffici, le compravendite sono cresciute del 2,6% rispetto al secondo trimestre 2023, con circa 3.400 unità scambiate. L’aumento del Ntn è stato deciso nel Centro Italia che ha registrato una variazione tendenziale dell’11%, mentre il Nord Ovest ha visto una riduzione del 4%. Nei capoluoghi italiani, le compravendite di uffici sono diminuite dell’1,6%, a favore dei comuni minori che hanno incrementato i loro volumi del 7 per cento. A livello nazionale, la superficie degli uffici scambiati (Stn) è salita dell’8,4%.
Immobili per la produzione industriale
Riguardo gli immobili destinati alla produzione industriale, le compravendite sono aumentate del 9,9%, con 4.245 unità scambiate. La crescita è stata più evidente nelle regioni settentrionali, dove si concentra oltre il 66% delle transazioni totali di questo settore, e nell’area del Sud. Tra le dodici province con la maggiore quota di stock produttivo, si sono osservati aumenti superiori al 30% nelle città di Bergamo, Padova e Roma, a differenza di Torino, Milano e Brescia che hanno riportato una contrazione dei volumi scambiati.
Immobili agricoli
Il settore agricolo ha proseguito la tendenza positiva degli ultimi trimestri, con un aumento delle transazioni del 3,5 per cento. Le compravendite della categoria Altro (unità immobiliari censite in larga maggioranza nelle categorie catastali del gruppo F, oltre a unità censite nelle categorie C/4, C/5, D/3, D/4, D/6, D/9, del gruppo B, tranne B/4, e del gruppo E), alla quale appartengono gli immobili con destinazioni particolari, hanno subito una flessione dell’1,1%, in controtendenza rispetto ai risultati degli altri settori non residenziali.